lunedì 16 giugno 2008

Solaris di S. Lem

"Solaris" di Stanislaw Lem, edizioni Oscar Mondadori, titolo originale Solaris

Il romanzo, di fantascienza, è ambientato in un lontano futuro, nel momento della massima espansione umana, grazie ai viaggi interstellari. Proprio in uno di questi viaggi, l'uomo si imbatte nel pianeta Solaris, un pianeta vivo, che rappresenta per l'uomo una sfida impossibile da vincere, perché impossibile da capire. Solaris è un oceano pensante, che assume continuamente una miriade di forme effimere e incomprensibili. Nell'orbita del pianeta ruota la stazione spaziale che ospita tre scienziati. Il romanzo si apre all'arrivo del protagonista, il dottor Kelvin, sulla stazione orbitante, inviato dalla Terra per capire cosa sta succedendo ai suoi colleghi, dal momento che uno dei tre scienziati è morto in circostanze misteriose. Kelvin non ci mette molto a capire che il pianeta c'entra qualcosa con tutte queste stranezze e assurdità, soprattutto perché incontra sua moglie, morta suicida più di dieci anni prima.
"Solaris" mi è piaciuto molto e mi ha offerto diversi spunti di riflessione. Infatti è un romanzo particolare, introspettivo, a volte quasi inquietante per le tematiche che affronta e di un attualità sconvolgente. Soltanto apparentemente è un romanzo di fantascienza: quest'ultima è un pretesto poetico e suggestivo per parlare di problematiche attuali e che ci riguardano tutti da vicino. Diciamo che la fantascienza costituisce la cornice del libro, che, in realtà, potrebbe essere considerato un saggio di filosofia, che tocca riflessioni inquietanti sulla natura, sulla condizione e il destino dell'uomo.
E' stato affascinante leggere come i tre scienziati, uomini razionali per definizione, non riescano a comprendere il mistero del pianeta. Non sono in grado di offrire una spiegazione razionale. Ma un approccio che si basa soltanto sulla ratio cartesiana non è detto che riesca a fornire una soluzione a tutto quello che ci troviamo di fronte. Soprattutto se quello che abbiamo davanti è qualcosa di "altro" da noi, dalla nostra esperienza. I nostri criteri antropocentrici e soluzioni di tipo religioso, infatti, sono inapplicabili a situazioni complesse e completamente estranee a noi. Il pianeta è inspiegabile, perché non si può spiegare con i nostri parametri una realtà altra, che segue altre leggi. E Solaris non può essere spiegato, perché è, appunto, una realtà altra. E allora cos'è Solaris? una forma di vita, sicuramente, probabilmente un extraterrestre. Sì, perché chi lo ha detto che gli ET debbano essere tutti antropomorfi, verdini e con le antennine??!
I tre protagonisti sono messi di fronte alle loro paure, alle loro speranze disattese. Solaris le crea per loro. Il pianeta legge nella parte più riposta dei tre e li mette di fronte, letteralmente, ai propri fantasmi e alle proprie paure. Ecco che allora Kelvin ritrova sua moglie e con lei tutti i propri sensi di colpa. Rivive sensazioni e pensieri che riteneva ormai superati, ma che in realtà erano soltanto sopiti.
Solaris è come uno specchio, dell'anima. Che altro sono, infatti, i fantasmi, le creazioni, i "politeri", gli ospiti, queste copie perfette dell'originale se non il riflesso dell'intimo animo dei tre uomini, del loro inconscio, delle loro paure e dei loro sogni? Quindi possiamo dire che si trovano davanti a se stessi.
Forse Lem ci vuole dire che l'uomo si avventura alla scoperta di nuovi mondi senza conoscere realmente e a fondo se stesso? O forse l'ansia di conoscenza dell'uomo nasconde la volontà, in realtà, di conoscere meglio se stesso?
La seconda questione sottesa, secondo me, è questa: se ci fosse fatto un grande dono, e cioè, se qualcuno ci desse la possibilità di tornare indietro per una seconda chance, come ci comporteremmo? Rifaremmo gli stessi errori?
Chiudo con una brevissima considerazione sullo stile narrativo dell'autore: chiaro e poetico allo stesso tempo. Le evoluzioni dell'oceano del pianeta sono musica in parole, molto suggestive. Il ritmo che le descrive è incalzante, ipnotico, bellissimo.

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