giovedì 19 giugno 2008

L'enigma del gallo nero di C. J. Sansom

"L'enigma del gallo nero" di C.J. Sansom, Edizione Super Tascabili Sperling. Titolo in originale Dissolution.

La trama: siamo in Inghilterra, nel 1537, nel momento in cui infuria la lotta tra i sostenitori del cattolicesimo e i riformisti, decisi ad imporre la nuova Chiesa protestante sotto l'egida di re Enrico VIII. In questo clima di paura, un rappresentante del sovrano viene mandato alla abbazia benedettina di Scarnsea, nel Sussex, per persuadere i monaci a lasciare l'ordine e poi confiscarne i beni. Pochi giorni dopo il messo del sovrano viene trovato decapitato nelle cucine e sull'altare qualcuno ha messo la carcassa insanguinata di un gallo nero. Un fidato avvocato riformista, Matthew Shardlake, il nostro protagonista, raggiunge il monastero e comincia ad indagare.
Cominciamo con il dire due paroline sul titolo. In italiano fa un effettone intitolare un libro "L'enigma del gallo nero", al posto di "Dissoluzione" (come vorrebbe la versione originale). Come al solito, la traduzione italiana non c'entra niente! Infatti il libro ruota attorno alla dissoluzione dei monasteri inglesi perpetrata dal 1536 al 1540 e guidata da Thomas Cromwell.
Ho trovato il romanzo molto interessante da un punto di vista storico. I fatti narrati, come ho detto prima, si svolgono in un delicato momento della storia religiosa d'Inghilterra: il passaggio alla chiesa riformista di re Enrico VIII. Questo clima fa da sfondo al libro ed è l'unico tratto a renderlo interessante. Sì, perché la storia in sè è già vista e nota. Se avete letto "Il nome della rosa", avete già letto anche questo libro! Il protagonista ricorda molto Sean Connery, ma in brutto: il nostro investigatore è infatti gobbo. Mentre il suo aiutante, Mark, è la fotocopia di Adso: bello e non immune al fascino femminile.
Le indagini di mastro Shardlake perdono un po' di interesse. Devo essere sincera: non mi interessava più di tanto scoprire chi fosse l'assassino, quanto leggere delle vicende storiche: interessantissimo, a mio avviso, l'incontro tra il protagonista e Lord Cromwell, dove quest'ultimo confessa che l'accusa di adulterio ad Anna Bolena, la moglie del re, era tutta una montatura, escogitata per favorire Enrico VIII che si era stancato di lei.
Molto ben narrate e documentate le condizioni di vita del popolino e dei monaci dell'epoca. Finalmente un romanzo accurato nei dettagli.
Ritornando alla trama e alle indagini, vi posso dire che il finale è scontato (l'assassino non è poi tutto questo grande colpo di scena) e c'è anche il vissero felici e contenti. La fine del libro mi ha un po' deluso.
Il romanzo si lascia leggere abbastanza bene, anche se, secondo me, non crea quella gusta suspance da romanzo giallo.

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