lunedì 23 giugno 2008

Neanche gli Dei di I. Asimov

"Neanche gli Dèi" di Isaac Asimov, edizioni Oscar Mondadori, titolo in originale The Gods Themselves.
Il ritrovamento, in un laboratorio, di una sostanza che secondo le nostre leggi fisiche non può esistere, porta un gruppo di scienziati a entrare in contatto con una razza misteriosa e molto evoluta che abita una realtà parallela alla nostra. Grazie alla collaborazione tra i due universi, i terrestri riescono ad impadronirsi di una fonte apparentemente inesauribile di energia. Ma chi sono questi esseri misteriosi? Se sono davvero degli Dèi, come mai iniziano ad arrivare enigmatici segnali di pericolo?
Il libro è diviso in tre capitoli: il primo ambientato sulla terra, il secondo nel mondo parallelo alieno e il terzo sulla luna. Apparentemente i tre capitoli non hanno alcun legame tra loro, ma solo alla fine il cerchio si chiude e si capisce il nesso.
Anche in questo romanzo troviamo forme extraterrestri del tutto particolari e originali. Queste ultime, infatti, sono delle essenze. In realtà è un po' difficile descriverle, perché Asimov non le descrive! Lascia molto spazio alla capacità immaginativa del lettore. Pare che questo sia il primo (e forse l'unico?) romanzo in cui l'autore si sia cimentato con la creazione di creature extraterrestri.
Ho trovato originale lo stile di vita, diciamo così, di queste creature: sono esseri parlanti, pensanti, che vivono e si comportano fondamentalmente secondo le nostre leggi; ma l'originalità sta nella concezione della famiglia aliena. Sì, perché i tre protagonisti alieni, una femmina e due maschi formano una triade, cioè una famiglia. O meglio: i due maschi formano una vera e propria coppia (sono proprio come marito e moglie) e la femmina serve per procreare. In effetti questa visione degli extraterrestri è un po' maschilista perchè le aliene femmine sono dipinte come un po' stupidotte e con l'unico scopo della procreazione. Ovviamente la nostra protagonista extraterrestre rappresenta la mosca bianca, l'eccezione alla regola: intelligente e con velleità di fare altro nella vita che non essere usata solo a scopo riproduttivo.
Ho trovato interessante l'ultimo capitolo, ambientato sulla luna, in una colonia di lunariti (ex terrestri che hanno colonizzato il pianeta). Qui Asimov descrive la vita di questo nuovo popolo e la sempre più crescente difficoltà dei terrestri di interagire con i lunariti, perché questi ultimi sono sì in origine terrestri, ma si sono evoluti in modo indipendente, dovendosi adattare alle nuove condizioni del pianeta. Quindi le due razze, ormai diverse per costituzione, stile di vita e pensiero, si stanno ormai allontanando, pur avendo un'origine comune.
Questo mi ha fatto pensare alle colonizzazioni di continenti sconosciuti nel corso della storia, in particolare a quella dell'America. Anche il primo popolo americano (tutti europei emigrati) si sentiva diverso dalla vecchia Europa e cercava una propria indipendenza. Questa voglia di indipendenza e di differenziazione c'è stato con solo un oceano di distanza, figuriamoci con migliaia di chilometri!
Il romanzo è molto interessante, perché la fantascienza viene utilizzata ancora una volta dall'autore come mezzo di ricerca filosofica, introspettiva e analitica. Asimov ha trasformato l'esperienza dell'uomo in viaggio interiore e la fantascienza in un mezzo per cogliere l'essenza profonda delle cose.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bella recensione, un solo monito: attenzione a giudicare gli "alieni" con criteri umani (maschi/femmine). Lo scopo del romanzo è proprio quello di far capire che un'altra razza è un'altra razza, e non ha senso attribuire le nostre "etichette" a altri esseri viventi. I para-uomini hanno tre sessi, non due. Potrebbero assomigliare a maschi e femmine, ma in realtà non lo sono.