lunedì 23 giugno 2008

La regina della casa di S. Kinsella

“La regina della casa” di Sophie Kinsella, edizioni Mondadori Oscar Bestsellers, titolo in originale The Undomestic Goddess .
Comincio subito col dire che la storia è un vero e proprio plagio! L'avete visto il film "Baby Boom" con Diane Keaton? se non l'avete visto, ve lo riassumo brevemente io: una donna newyorkese in carriera sta per diventare socia di una importante società d'affari, quando una sua lontana cugina, morendo in un incidente stradale, le lascia in eredità la figlia di 2 anni. La nostra "Tiger Lady" si rende improvvisamente conto che il suo orologio biologico si è messo a ticchettare, si scopre madre affettuosa, si trasferisce nel più umano Vermont, allaccia una relazione con il veterinario del paese e vissero tutti felici e contenti.
Mutatis mutandis, la storia della Kinsella è identica: una brillante fanciulla avvocato di Londra sta per diventare socia dello studio più prestigioso ed in vista della città, quando, a causa di un banale errore di procedura, viene licenziata in tronco. Scontato dire che la ragazza scappa dalla città (era più credibile il Billy Christal in crisi in "Scappo dalla città" che ritrovava se stesso facendo il mandriano) e finisce a fare la donna delle pulizie nel Glouchestershire (più o meno è come dire da noi Mandrino di Vidigulfo, o giù di lì...).
Naturalmente la nostra protagonista Samantha si innamora perdutamente dell'aitante giardiniere, muscoloso, abbronzato, dolce, comprensivo (bla, bla, bla...) che scopriamo in seguito aver fatto l'università di agraria e di essere padrone dei pub di mezza città... che sciocchini, davvero credevate che la nostra supergirl si innamorasse del buzzurro di provincia??!!
Diciamo che il romanzo si legge bene, è molto scorrevole e divertente: Samantha non sa assolutamente nulla di cucina e vederla alle prese con la preparazione di improbabili cene è tutto da ridere. Anche se non sono del tutto d'accordo con lo stereotipo della donna in carriera che non sa neanche come fare un caffè.
La storia regge bene fino verso la fine, dove l'autrice cade rovinosamente e continua a rotolare per le successive cinquanta pagine, fermandosi ancora una volta allo scontatissimo e zuccherosissimo happy end.
La caratterizzazione dei personaggi, d'altra parte, è fatta bene ed è divertente, soprattutto la coppia stile "americani di provincia" presso la quale Samantha va a lavorare: sempliciotti, ingenui e sopra le righe, tanto da credere che la loro nuova meravigliosa governante ha studiato alla "Scuola Cordon Bleu"!
Comunque, anche con questo romanzo siamo alle solite: secondo voi la nostra cara fanciulla avrebbe rinunciato alla carica di socio anziano dello studio e ad una sfavillante carriera se non fosse stato per il bel giardiniere? Voleva essere un libro di denuncia dei sacrifici ai quali una donna è costretta in nome della carriera e dove una donna si riappropria della sua vita, del suo tempo e della sua giovinezza, e invece l'autrice mi scade nel romanzetto da Lyala, dove si rinuncia a tutto pur di ì seguire il bel tenebroso... peccato, la Kinsella poteva fare di meglio.
Vabbè, lo consiglio come lettura da ombrellone: le ragazze sogneranno un po' e i maschietti rideranno oltre che delle disavventure della protagonista, anche degli stereotipi maschili...!

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