venerdì 20 giugno 2008

La pietra del vecchio pescatore di P. O'Shea

"La pietra del vecchio pescatore" di Pat O'Shea. TEA Edizioni. Titolo in originale: The Hounds of the Morrigan
Pidge, un ragazzino irlandese di Galway, tornando a casa in bicicletta, si ferma, incuriosito, in una libreria e acquista un vecchio libro malconcio e da lì comincia una splendida avventura nella verde e magica Irlanda. Lui e la sorellina, Brigit, sono incaricati da un vecchio pescatore (un druido, un mago) di trovare una pietra impregnata di una goccia di sangue della strega Morrigan, sconfitta anni orsono da un cavaliere, ma ancora viva e in procinto di recuperare tutti suoi poteri malvagi, proprio grazie al sangue sulla pietra. I due ragazzi sono inseguiti da una muta di cani, i segugi, messi sulle loro tracce dalla Morrigan, la quale, naturalmente, vuole rientrare in possesso di tutti i suoi poteri magici. Sul loro cammino incontreranno diversi ostacoli, animali parlanti, streghe, spiriti maligni, folletti benefici e giganti.
Il libro mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato. Probabilmente ho cominciato a leggerlo (sbagliando) pensando di trovarmi davanti una specie di Harry Potter. A parte i richiami ad un mondo magico, questo libro si discosta abbastanza dallo stile della Rowling. Lo stile, pero', mi è sembrato troppo per bambini. Non so se questo sia dovuto ad una scelta del traduttore o ad una traduzione datata. Bisognerebbe leggerlo in inglese per capire. Molti termini sono intraducibili, quindi capisco che ci siano state un po' di difficoltà a trovare la corrispondente espressione in italiano. Ma non capisco il taglio infantile che si è voluto dare al romanzo. Tanto più che, apparentemente (come molte favole) il libro è indirizzato soltanto ai bambini.
Sempre riferita a questo discorso, mi sembra la traduzione del titolo: to hound significa perseguitare, mentre hounds sono i segugi. Quindi il titolo in originale suonerebbe più o meno così: "Le persecuzioni della Morrigan" o "I segugi della Morrigan": decisamente più incisivo del titolo italiano. Probabilmente si è deciso per questa traduzione perché la Morrigan fa parte del patrimonio leggendario irlandese, che gli irlandesi conoscono bene, mentre a noi italiani non dice nulla: la Morrigan chi era costei? Infatti, in fondo al libro c'è un interessantissimo e utile "glossario di parole gaeliche", con tanto di esplicazione dei nomi e relativa pronuncia.
La Morrigan, la terza protagonista del romanzo oltre ai due fratellini, è una strega (La Grande Regina) una e trina. Il libro si apre proprio sull'arrivo delle tre streghe a Galway. Questo inizio mi ha ricordato molto l'incipit di "Macbeth", con l'entrata delle tre streghe. Ad accompagnarle, pioggia e cattivo tempo, proprio come le streghe shakespeariane, annunciate da tuoni e lampi, messaggeri di sventura e di sconvolgimenti della natura.
Il romanzo è costellato, come dicevo prima, di molti altri personaggi, umani e soprattutto animali parlanti.
I personaggi di contorno più divertenti sono il ranocchio e i piccoli insetti che formano un efficacissimo ed efficientissimo esercito, guidato da un simpatico generale stile Napoleone. Ovviamente gli insettini parlano un "francese maccaronico", molto divertente. Devo dire che l'imitazione dell'accento francese rende bene anche per iscritto.
Il ranocchio, invece, è un po' svampito e ne combina di tutti i colori. E' strano che il personaggio della rana sia positivo, perché nelle leggende legate alla stregoneria è considerato uno spirito maligno, a favore delle streghe.
Molto bello anche il personaggio dell'alce, un po' malinconico, che salva i due bambini in un momento particolarmente difficile e quello della volpe saggia, che li accompagna per tutta la seconda metà della loro avventura. La volpe, che nel nostro immaginario colletivo fiabesco è sinonimo di furbizia e scaltrezza un po' subdola (vedi l'accoppiata gatto-volpe in Pinocchio), qui è la rappresentazione della saggezza, è quasi una maestra di vita per i due ragazzini e dispensa insegnamenti profondi, oltreché dimostrare un invidiabile coraggio in diverse e difficili situazioni.
E' interessante notare come quasi tutti gli animali che i due fratellini incontrano sul loro cammino siano positivi e "buoni"; mentre la maggior parte degli uomini che incontrano sono "cattivi". C'è da dire che qui il bene e il male sono abbastanza distinti, non c'è confusione o coesistenza in un singolo personaggio di entrambi i lati.
A tratti personaggi e situazioni mi hanno ricordato "Labyrinth", "Alice nel paese delle meraviglie", "La storia infinita" e "Il mago di Oz". Senza pensare, poi, al mitico "Signore degli anelli": anche qui abbiamo il viaggio, che è anche viaggio di crescita personale, verso una meta più o meno conosciuta per salvare il mondo dal male. Viaggio che è, ovviamente, anche metafora della vita stessa. I bambini tendono ad un meta, come tutti noi, ma per ognuno è diverso il modo di raggiungerla, il percorso che ci porta ad essa.
Mi è sembrato bello e positivo il messaggio che la scrittrice vuole lanciare: il mondo fantastico di cui si parla nel libro non è un posto chissà dove. Il fantastico e la magia ci circondano, basta solo trovarla in noi, negli altri e in tutto quello che è intorno a noi. Basta leggere la realtà con uno sguardo diverso. Il libro magico non fa entrare i due bambini in un altro mondo: acuisce soltanto la loro vista; fa vedere loro cose che prima non avevano mai notato; fa vedere loro la realtà non più in modo superficiale. Insomma, la O'Shea ci dice che è bello mettere un po' di fantasia nella vita di tutti i giorni, per sdrammatizzare la dura realtà e che i veri cattivi, gli orchi delle fiabe, sono coloro che sono incapaci di vedere la "magia" nella propria vita e di viverla con un pizzico di fantasia.
Infine, ho trovato azzeccata l'dea di disegnare, invece che di descrivere, i diversi cartelli che indicano il percorso da seguire ai ragazzi, oppure frasi di avvertimento, insegne di negozi... Secondo me questa idea risulta efficace perchè fa entrare il lettore un po' di più nella storia, è come vedere con gli occhi dei protagonisti.

1 commento:

chiara ha detto...

il libro della mia vita... bellissimo!!!