domenica 3 novembre 2013

ANNA KARÉNINA di Lev Tolstòj

Anna Karénina è la storia della passione di una donna che lascia tutto e tutti per fuggire con l'amante, ma non trovando la serenità nella sua nuova condizione, si suicida.
Naturalmente il romanzo non è solo questo. Attorno al nucleo centrale si sviluppano le vicende di altri personaggi, prima fra tutte la felice storia d'amore tra Kitty e Lévin (alter ego dello scrittore), il rovescio della medaglia della storia tra Anna e Vrónskij. La storia tra Lévin e Kitty è l'amore come dovrebbe essere per Tolstòj: passionale e tenero, vissuto con spirito di sacrificio e rispetto reciproco.
Mi sono chiesta più volte cosa provavo per il personaggio della Karénina. Se all'inzio mi suscitava un po' di antipatia, nel corso della lettura ho capito meglio questa donna dolce, bella, intelligente e appassionata e mi sono ritrovata totalmente dalla sua parte, soprattutto nel suo momento di maggiore sconforto, quando Tolstòj distrugge la sua creatura. Anna è una donna coraggiosa e fragile allo stesso tempo. Vrónskij le ha dato uno scossone e la forza di capire in quale condizione si era rassegnata a vivere per convenzione sociale. L'amore improvviso per l'ufficiale ha svegliato Anna dal letargo di una vita che fino a quel momento aveva subito. E invece di continuare a piegarsi ipocritamente ad una esistenza banale, mediocre e falsa (avrebbe potuto tenersi l'amante clandestino e salvare le apparenze), decide di venire allo scoperto e di andare incontro con coraggio alle conseguenze.
Anna si suicida per vendetta, per ferire l'amante un po' superficiale e stupido, annoiato in apparenza dalla vita con lei. E Tolstòj la condanna, la offre in sacrificio sulle rotaie del treno perché lei non ha capito che l'amore per Vrónskij era solo un flirt, un amore carnale, che non può essere altro che egoistico e distruttivo. Anna è condannata dallo scrittore fin dall'inizio della sua storia: il loro primo incontro è significativo: sono su un treno bloccato da una tempesta di neve e il cuore di Anna viene travolto dalla dichiarazione d'amore dell'ufficiale che le dice quello che lei vuole sentire, quello che desidera: “Lo sapete che viaggio per essere lì dove siete voi, non posso fare altrimenti”. Ma il lettore non la condanna: Anna non ha fatto altro che amare apertamente e con coraggio, ha avuto la forza di vivere libera. La condanna la meriterebbe semmai quella società ipocrita e bigotta alla quale lei si è ribellata, che le ha voltato le spalle e ostracizzata a vita perché non le ha perdonato la sua sincerità.
Il romanzo mi ha lasciato un po' di amarezza. Lévin e Anna hanno lo stesso turbamento e lo stesso sconforto nei confronti della vita; cercano entrambi con tormento uno scopo, un senso da dare alla loro esistenza e pensano entrambi al suicidio. Ma Lévin, l'uomo, esce vincente, Anna, la donna, soccombe. Lévin vive un'esistenza serena e felice, Anna sconta tutto e muore nell'oblio e nell'indifferenza. Tolstòj mette le parole fine e per sempre dopo la sua morte e così è. La morte di Anna non suscita nessuna reazione, nessun contraccolpo; nelle pagine finali del romanzo non viene più menzionata, non rivive più neanche un momento nel ricordo di chi un tempo le aveva voluto bene.


sabato 2 novembre 2013

IT di Stephen King

Città di Derry, Maine, 1957. Una terribile alluvione allaga le strade della città. IT si risveglia dal letargo.
Mi è stato consigliato da un’amica, divoratrice di letteratura di livello, altrimenti non mi sarei mai avvicinata al capolavoro del re del brivido. La storia è complessa e molto lunga: si snoda attraverso diversi decenni, dal 1957 al 1985 con continui salti temporali. I protagonisti sono sette adolescenti che da adulti tornano a Derry per sconfiggere IT.

Ho trovato il romanzo molto bello, accattivante, geniale, scritto benissimo, anche se a volte troppo prolisso. IT non è solo un horror, è un romanzo di emozioni, di sentimenti, che parla di valori importanti come l’amicizia, la solidarietà, la tolleranza e l’amore. E’ un affresco della tipica provincia americana, apparentemente senza macchia, ma che nasconde nel profondo (letteralmente) qualcosa che non va. E’ la storia di sette adolescenti (emarginati, Perdenti) che diventano adulti, con le loro paure, con i loro difetti, con il loro difficile vissuto. E’ la potenza del romanzo: la storia dei protagonisti è la storia di ognuno di noi. Perché ci riporta indietro, all’infanzia, alla paura del buio, alla paura di crescere, al timore di non essere accettati per quello che si è, alle marachelle con gli amici, al rapporto con i genitori, ai palpiti del primo amore. Infanzia che ci dimentichiamo quando cresciamo, ma che ci segna per sempre e che è parte importante di ciò che diventiamo.

Dall’inizio del romanzo mi sono chiesta: chi è, o meglio, che cosa è IT? King è bravissimo nel creare un alone di mistero e per ben 1300 pagine! Si, perché solo alla fine della storia la verità viene svelata. Il finale mi ha lasciata un po’ sconcertata, perché l’ho trovato scontato. Mi sembrava qualcosa di già visto: nell'epifania finale aleggiava l’eco di Alien.

IT è il Male, la personificazione delle nostre paure. Appare in forme diverse e solo i bambini lo possono vedere. Perché? perché sono più suggestionabili? perché da bambini si è più inclini a credere che il magico esiste, che una verità altra esiste? perché sono ancora capaci di sognare?

Ero spaventata dall’idea di leggere IT, pensavo di trovarmi davanti a teste mozzate, sangue, organi spappolati e via dicendo. Intendiamoci, ci sono passaggi di questo tipo, ma l’autore non ne abusa e li inserisce al momento giusto. Quello che più mi ha spaventata, e qui il maestro del brivido esprime tutta la sua bravura, è la paura di tipo psicologico ed è vero quello che dicono gli appassionati di King: IT non si legge, ma lo si vive...non guarderò mai più una grata, un tombino o uno scarico del lavandino allo stesso modo!
King ci dice che il Male c’è, è intorno a noi, ma non si vede e soprattutto può comparire quando meno te lo aspetti, nella quotidianità della vita. Ma ci si può convivere, come altri maestri del brivido ci hanno insegnato (Birds di Hitchock in primis) e addirittura sconfiggere:


[… ] vai senza perdere tempo, allontanati dal ricordo ma non dal desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò che credevamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte. Parti e cerca di continuare a sorridere. Tutto il resto è buio.

lunedì 9 settembre 2013

SAN BENEDETTATAAAAAA

In viaggio verso San Benedetto...al tramonto

per le colline raggiungendo il mare...

alla ricerca di Brunziful!!!!

la vista dal terrazzino di casa mia...non male come colazione!!

San Benedetto o Giamaica?!!

I pilastri della terra? no...Santa Maria della Rocca!

belli rilassati...

venerdì 8 febbraio 2013

...ANCORA HELSINKI

Assodato che non sono capace di appiccicare in modo decente le foto nei post, altri scatti da Helsinki...


STOKMANN, CENTRO CITTA'

A ZONZO PER IL CENTRO

LA STAZIONE O IL SIGNORE DEGLI ANELLI?

LA MITICA IGUANA!!!!!!!

L'ULTIMA SERA IN CITTA'

SI TORNA A CASA...


mercoledì 6 febbraio 2013

....E TALLIN

APPENA SCESI DALLA NAVE

CAMMINA, CAMMINA...
AFFRETTIAMO IL PASSO, TEMPORALE IN ARRIVO!



C'E' SEMPRE TEMPO PER UNA FOTO...
DOVE ANDIAMO??!!



SI MANGIA!!!

 NEL BICCHIERE NON C'E' COLA COLA, MA BIRRA SCURA...SCURISSIMA... EH EH ;-)

CHE SI MANGIA???!!!

E' GIA' ORA DI TORNARE :-(



A GRANDE RICHIESTA...HELSINKI!

IN VOLO...

HELSINKI DAI FIORDI

ROMPIGHIACCIO!!
IDEM COME SOPRA...




IL PORTO
LA CATTEDRALE..MA COME FARANNO A CONSERVARLA COSI' BIANCA...?

IL CENTRO DI HELSINKI

I GIARDINI, CURATISSIMI
DOVE ANDIAMO???DOVE SIAMO???? I NOMI DELLE STRADE CI SEMBRANO TUTTI  UGUALI...IL TESSUTO STRADALE PIU' INTRICATO DEL MONDO...

IL MERCATO DEL PORTO, CHI SE LO IMMAGINAVA CHE I FIORDI NORVEGESI OFFRISSERO TANTA VARIETA' DI FRUTTA E VERDURA...BUONISSIME!!!
LE "CASETTE" DELLE VACANZE FINLANDESI, CON SAUNA ANNESSA E IDENTICA ALLA CASA!



LA "CHIESETTA" DIETRO IL NOSTRO ALBERGO..AL TRAMONTO :-)