giovedì 23 settembre 2010

LIVORNO

Mercoledì 4 agosto, ore 6.30

MONTECARLO E DINTORNI

Martedì 3 agosto ore 10.00

Mi sembra di essere tornata a casa. Forse perché Montecarlo dista pochi chilometri dal confine italiano. Arrivare dal mare fa un effetto un po’ straniante. Dall’oblò della mia cabina vedo un gran casino. Anzi, all’inizio non vedo proprio nulla: uno yacht gigantesco blocca la visuale, ma come sfila via veloce, scorgo solo un ammasso di case e una distesa di barche che quasi coprono l’azzurro del mare. Montecarlo sembra immobile…d’altronde qui è la culla del lusso e del dolce far niente…Non vedo l’ora di andare a visitare Nizza e Cannes e togliermi da questo mondo ovattato e finto, così vicino, ma tanto tanto lontano.
A Cannes provo una forte emozione nel calpestare il tappeto rosso del palazzo della mostra del cinema e nel passeggiare sulla Croisette… mi sembra di essere stata catapultata in un set gigantesco! Ho poco tempo a disposizione, quindi punto immediatamente, dopo le foto di rito, all’Hotel Carlton, costruito da un multimiliardario in onore della bella Otero. Si dice, infatti, che le due cupole siano state modellate sulla forma dei seni della seducente ballerina. Guardo l’edificio dall’altra parte della strada, è di un lusso sfrontato, davanti ci sono parcheggiate macchine sportive e costosissime. Non mi avvicino neanche per dare una sbirciata nella hall, perché qualcosa mi trattiene, è come se ci fosse una immaginaria linea di demarcazione che ti dice che quel favoloso mondo da cartolina lo si può solo ammirare da una certa distanza, i comuni mortali non ne faranno mai parte.
Con Nizza è amore a prima vista… tutto è bello, colorato, allegro. Il ritmo sembra rallentare ed essere più a misura d’uomo: si passeggia sulla Promenade des Anglais, si va a zonzo per il mercato, si prende il sole sulla spiaggia, ci si siede a chiacchierare in un caffè mangiando un gelato. Naturalmente uno dei primi edifici dove vado a sbattere è il teatro. Molti vogliono conoscere le città attraverso le piazze principali, i monumenti, i mercati, i musei, persino i cimiteri; io vado a caccia di teatri. Ma non è solo per “deformazione professionale”, il teatro dice molto di una città. Basta leggere cosa propone il cartellone.
Percorrendo la strada costiera panoramica che ci riporterà alla nave, siamo di nuovo immersi nel lusso più sfrenato della Costa Azzurra, tra Cap Ferrat, Antibes, Beaulieu sur mer, Eze…gli occhi non sanno dove guardare: a valle, una distesa bianca di yacht, a monte ville mozzafiato!
Mi preparo alla mia ultima notte sulla nave, domani si sbarca a Livorno, si torna a casa.

giovedì 9 settembre 2010

BARCELLONA

Lunedì 2 agosto, ore 08.00

La città che più desideravo visitare in questo tour. So perfettamente che in poche ore non si può vedere tutto, ma come prima visita mi basta annusare l’aria della città, essere catapultata nella confusione delle vie centrali e sentire che sensazioni mi trasmette. L’approccio è con il porto, molto moderno e gigantesco. A Barcellona tutto mi sembra più grande. A cominciare dalla Sagrada Familia: le sue guglie svettano sul panorama della città tanto da far sembrare le case minuscole al suo confronto. Quando mi ritrovo ai piedi della cattedrale, rimango stordita dalla sua grandezza, non mi ci sta neanche nella foto! Però non è che mi piaccia molto…la facciata della natività è troppo ricca, ogni centimetro intarsiato e ricamato; in verità, a guardarla bene è un po’ opprimente. La facciata della passione ha uno stile più lineare e squadrato, ma non mi comunica molto, preferisco le scene singole dell’insieme. Tirando le somme, a parte la monumentalità dell’edificio che lascia sbalorditi, la Sagrada Familia non mi ha lasciato l’entusiasmo e l’emozione che credevo di provare, tralasciando il fatto che la cattedrale è immersa in una gran confusione, essendo un cantiere a cielo aperto ed essendo presa letteralmente d’assalto da truppe di turisti.
Casa Batllò è una originalissima opera d’arte: le forme sinuose, le maioliche e le ceramiche colorate la fanno assomigliare alla casa delle fiabe. Al primo impatto mi piace molto, ma penso che a viverci, alla lunga, faccia venire il mal di mare!
L’ultima tappa prima di levare le ancore è la rambla. E’ un grande vialone affollatissimo di turisti, Plaça Catalogna si perde, soffocata dalla fiumana di gente e dalla confusione di taxi, auto, pullman. Saremo anche nella movida barcellonese, ma io vedo solo un gran brulichio, una girandola di luci, confusione. Barcellona è una città modernissima, caotica, forse meriterebbe una visita più approfondita per apprezzarla in tutti i suoi aspetti. Una visita che permetta di entrare piano piano nel ritmo della città e poi di farsi piacevolmente coinvolgere.
Ritorno sulla nave pensando che questa è un’altra meta da tenere nel cassetto.
L’indomani sbarchiamo a Montecarlo e sono un po’ triste, perché è l’ultima tappa e la vacanza sta per finire. Non ci penso e mi concentro su quello che mi aspetta domani: Nizza, Cannes, la Croisette e il palazzo della mostra del cinema…sto già sognando ad occhi aperti…domani camminerò sul tappeto rosso delle star…

mercoledì 8 settembre 2010

PORT MAHON

Domenica 1 agosto, ore 10.00

L’entrata in porto più suggestiva che io ricordi. Minorca si presenta da lontano come un’ isoletta brulla e disabitata, ma mano a mano che la nave si avvicina, si svela per tutta la sua bellezza. Fitta vegetazione, fiori coloratissimi, ville mozzafiato, barche e vele ovunque, mare cristallino. Passiamo vicinissimo alla costa e tutti, dai ragazzi che fanno il bagno, ai fortunati che prendono il sole sulle barche, ai pigri spaparanzati sulle spiagge, ai dormiglioni che fanno colazione in veranda, si sbracciano e si sgolano per salutarci. E noi rispondiamo con altrettanta enfasi! La nave si ferma al molo a ridosso del centro storico, ma come fa un gigante del genere ad attraccare proprio in centro?!?
Non sono mai stata alle Baleari. Mi dicono che Minorca è l’isola più bella e mi sa che è vero. Decido di documentarmi prima di fare il giro panoramico dell’isola e scopro molte cose interessanti. L’isola ha avuto diverse dominazioni, fino ad arrivare al suo massimo splendore nel XVIII secolo, quando inglesi, francesi e spagnoli si contendono il dominio di Port Mahon. Pare, inoltre, che l’isola sia stata lo scenario della storia d’amore tra Horatio Nelson e Lady Hamilton.
Che bello, non vedo l’ora di scendere! La nostra prima tappa è Binibeca, un paesino di pescatori: case bianche, silenzio, viuzze strette, piccoli bar e ristoranti caratteristici. Sembra di stare in un altro mondo, si respira una calma e una tranquillità che non sentivo da tempo.
Sulla strada panoramica che ci porta al sito archeologico di Torralba, siamo rapiti dalla bellezza delle spiagge, delle calette, delle ville immerse nel verde e storditi dal profumo intenso della macchia mediterranea. Se non avessi avuto una nave da prendere, mi sarei fermata.
La sera ripartiamo, io ho lasciato un pezzettino di cuore sull’isola, ma credo che ci ritornerò, prima o poi…
All’orizzonte il sole si tuffa nel mare ed è già ora di pensare alla tappa di domani: sbarcheremo a Barcellona, ci aspetta una giornata intensa tra le Ramblas, la Sagrada Familia, Gaudì e casa Batllò, la città olimpica, la funicolare, Parc Guell…riusciremo a vedere tutto? Che importa, io comincio a prenderci gusto nella vita da crociera e a questa vacanza dove ogni giorno sei, come per magia, in un posto diverso.

martedì 7 settembre 2010

TUNISI

Sabato 31 luglio, ore 7.00

Il sole è già sorto e dall’oblò scorgiamo terra: è la costa africana. E’ incredibile, è bastata una notte di navigazione e ci ritroviamo in un altro continente! Questa volta la nave attracca al porto, non dobbiamo fare altro che scendere la scaletta e siamo in Tunisia. Per me è la seconda volta, porto dentro un bel ricordo. L’Africa mi ha sempre attratto: mi piace il cibo speziato, l’architettura, il fascino del deserto, i siti archeologici. Ma questa volta è diverso. Nonostante ci portino a vedere i luoghi più turistici della città (il souk, la Medina, il parco del Belvedere, Sidi Bou Said), Tunisi mi mette una profonda malinconia. Forse perché a ridosso delle case dei ricchi, belle ville con piscina immerse nel verde, ci sono le abitazioni dei poveri: casupole in via di costruzione (così da decenni), con a malapena il tetto, degrado ovunque e intorno il nulla. Non c’è una via di mezzo. Le costruzioni modernissime in centro città sembrano delle cattedrali nel deserto. Per le vie della Medina si incontrano solo uomini, per lo più pigramente seduti al bar, e turisti. Il mio forse è uno sguardo troppo fugace e superficiale, fatto sta che provo una profonda tristezza.
Compro comunque un souvenir (contrattando il prezzo fino all’ultimo centesimo), una mattonella dipinta (chissà) da un artista del luogo che raffigura una tipica porta tunisina dalla quale esce una fanciulla col chador. L’appenderò di fianco alla porta di casa, come ricordo del viaggio, come ricordo di quel mondo tanto diverso dal nostro, ma non molto lontano.
La nave parte verso sera, il giorno dopo sbarcheremo a Port Mahon, a Minorca. Altre storie ci attendono.

CAPRI

Venerdì 30 luglio, ore 9,00

Dopo una nottata movimentata con mare forza sette (ho dovuto fare tutto lo yoga di mia conoscenza per non rimettere anche l’anima…), la nostra Costa Marina getta l’ancora in rada davanti a Capri. Il tempo non è magnifico, un po’ di nuvole si addensano sull’isola, ma la bellezza del luogo sembra non subire questo dettaglio atmosferico. Piccoli gusci di noce ci attendono per traghettarci al porto. Una volta sbarcati, la funicolare ci porta in piazzetta. La famosa piazzetta di Capri. La foto è d’obbligo. Poi, via, ai giardini di Augusto e alla terrazza panoramica, dove ci attendono, pronti ad essere immortalati, i mitici faraglioni. L’ora d’aria ci permette di prendere un caffè comodamente seduti ad un bar caratteristico e fare il classico struscio nella via principale, una piccola Montenapoleone. Un ultimo sguardo al panorama e siamo pronti a rimbarcarci. A mezzogiorno l’isola si riempie come un uovo, se si lasciasse cadere uno spillo, credo che non vedrebbe terra!
L’emozione più grande è stata risalire sulla nave dall’acqua: sfiori questo gigante, sul quale risali da un pertugio...ovviamente aiutata da baldi marinai!
La sirena della nave suona tre volte, si riparte! Passiamo vicino ai faraglioni e siamo tutti al ponte 7 a bocca aperta, in religioso silenzio, a lasciarci trasportare dall’emozione. Capri è lontana sull’orizzonte, la scia della nave ci dice che oramai siamo in mare aperto e che veleggiamo alla volta di Tunisi.