domenica 5 settembre 2010

DRACULA di Bram Stoker

Scritto nel 1897, Dracula, il famoso romanzo dal quale prende vita la figura del vampiro dell'immaginario collettivo, è ispirato alla figura del principe romeno Vlad II, detto Dracul (il diavolo). A narrare la storia sono i diari e le lettere di quattro testimoni: Jonathan Harker, Mina Harker, il dottor Seward e il professor Van Helsing.
Sarà stata l’intrigante forma diaristica, il fascino dell’argomento, la bellezza della prosa, fatto sta che questo romanzo mi ha appassionato fin dalle prime pagine. Pensavo fosse la storia trita e ritrita del vampiro che si nutre di sangue umano, pensavo di trovarmi di fronte a scene crude e orrorose e invece non è stato affatto così. Scivolando tra le parole dei quattro protagonisti, sono rimasta catturata dalla vicenda, affascinata dalla figura del Conte Dracula, il cattivo per eccellenza.
La scelta di Stoker di abbandonare il narratore onniscente a favore di quattro punti di vista differenti e soggettivi rende le vicende molto più intriganti. Ma la genialità dello scrittore sta, a mio avviso, nel fatto che il Conte Dracula è il protagonista del romanzo, ma questi non compare mai. O meglio, vi compare pochissimo e nelle poche apparizioni che elargisce non si presenta quasi mai in forma umana: a volte è un pipistrello che sbatte contro una finestra, a volte una fitta nebbia che si dissolve subito, a volte un lampo accecante contro la vetrata di una chiesa. Il protagonista non solo non è al centro dell'attenzione, sempre rintracciabile, ma non sappiamo mai cosa pensa, non abbiamo mai il suo punto di vista perché chi narra la storia sono i testimoni della vicenda. Chi è allora Dracula? Contro chi e cosa combattono i protagonisti? Il vampiro rappresenta il lato oscuro che c'è in ognuno di noi. E' l'irrazionale, la tentazione, la trasgressione; rappresenta insomma, tutto ciò che va contro il perbenismo inglese di fine ottocento, tutto ciò che rompe l'equilibrio precostituito per seguire le regole dell'istinto, del desiderio e della passione sessuale.
E infatti il romanzo non lesina sulle scene dal sapore erotico e fortemente sensuale. Tutto il libro racconta di sesso, dall'inizio alla fine. Valga come esempio per tutti la scena dell'incontro tra Dracula e Mina: rito vampiresco e atto sessuale si compenetrano e si confondono.
E tutto il libro racconta del desiderio, quella forza irrazionale e incontrollabile che condisce la nostra vita. Gli antidoti del perbenismo ottocentesco non possono nulla contro qualcosa che è innato dentro di noi. I narratori cercano di nascondere e distruggere Dracula e tutto ciò che rappresenta, attraverso la ferrea osservanza delle regole, quali le buone maniere, la monogamia e l'adeguamento al perbenismo della maggioranza. Stoker sostiene che è grazie a questa sottomissione che riescono a nascondere il loro lato violento e passionale agli altri e a sé stessi. Ma questi istinti sono solo mascherati dalle convenzioni sociali, e, se soffocati, emergono e si sfogano prepotenti solo nella perversione. Così infatti il gentile e irreprensibile Harker, commenta l'incontro con le donne vampiro: Avvertivo in cuor mio un perverso, ardente desiderio di essere baciato da quelle rosse labbra. Non è bene che lo scriva; ma è la verità.
L'unico modo per salvarsi è accettare l'esistenza di quel mondo e cercare di convivere con esso e, a volte, di lasciarsi andare.

1 commento:

marcopergioco ha detto...

Beh, detta cosi' Coppola aveva centrato in pieno il bersaglio - cosa rara, per un film.