martedì 7 settembre 2010

TUNISI

Sabato 31 luglio, ore 7.00

Il sole è già sorto e dall’oblò scorgiamo terra: è la costa africana. E’ incredibile, è bastata una notte di navigazione e ci ritroviamo in un altro continente! Questa volta la nave attracca al porto, non dobbiamo fare altro che scendere la scaletta e siamo in Tunisia. Per me è la seconda volta, porto dentro un bel ricordo. L’Africa mi ha sempre attratto: mi piace il cibo speziato, l’architettura, il fascino del deserto, i siti archeologici. Ma questa volta è diverso. Nonostante ci portino a vedere i luoghi più turistici della città (il souk, la Medina, il parco del Belvedere, Sidi Bou Said), Tunisi mi mette una profonda malinconia. Forse perché a ridosso delle case dei ricchi, belle ville con piscina immerse nel verde, ci sono le abitazioni dei poveri: casupole in via di costruzione (così da decenni), con a malapena il tetto, degrado ovunque e intorno il nulla. Non c’è una via di mezzo. Le costruzioni modernissime in centro città sembrano delle cattedrali nel deserto. Per le vie della Medina si incontrano solo uomini, per lo più pigramente seduti al bar, e turisti. Il mio forse è uno sguardo troppo fugace e superficiale, fatto sta che provo una profonda tristezza.
Compro comunque un souvenir (contrattando il prezzo fino all’ultimo centesimo), una mattonella dipinta (chissà) da un artista del luogo che raffigura una tipica porta tunisina dalla quale esce una fanciulla col chador. L’appenderò di fianco alla porta di casa, come ricordo del viaggio, come ricordo di quel mondo tanto diverso dal nostro, ma non molto lontano.
La nave parte verso sera, il giorno dopo sbarcheremo a Port Mahon, a Minorca. Altre storie ci attendono.

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