sabato 2 novembre 2013

IT di Stephen King

Città di Derry, Maine, 1957. Una terribile alluvione allaga le strade della città. IT si risveglia dal letargo.
Mi è stato consigliato da un’amica, divoratrice di letteratura di livello, altrimenti non mi sarei mai avvicinata al capolavoro del re del brivido. La storia è complessa e molto lunga: si snoda attraverso diversi decenni, dal 1957 al 1985 con continui salti temporali. I protagonisti sono sette adolescenti che da adulti tornano a Derry per sconfiggere IT.

Ho trovato il romanzo molto bello, accattivante, geniale, scritto benissimo, anche se a volte troppo prolisso. IT non è solo un horror, è un romanzo di emozioni, di sentimenti, che parla di valori importanti come l’amicizia, la solidarietà, la tolleranza e l’amore. E’ un affresco della tipica provincia americana, apparentemente senza macchia, ma che nasconde nel profondo (letteralmente) qualcosa che non va. E’ la storia di sette adolescenti (emarginati, Perdenti) che diventano adulti, con le loro paure, con i loro difetti, con il loro difficile vissuto. E’ la potenza del romanzo: la storia dei protagonisti è la storia di ognuno di noi. Perché ci riporta indietro, all’infanzia, alla paura del buio, alla paura di crescere, al timore di non essere accettati per quello che si è, alle marachelle con gli amici, al rapporto con i genitori, ai palpiti del primo amore. Infanzia che ci dimentichiamo quando cresciamo, ma che ci segna per sempre e che è parte importante di ciò che diventiamo.

Dall’inizio del romanzo mi sono chiesta: chi è, o meglio, che cosa è IT? King è bravissimo nel creare un alone di mistero e per ben 1300 pagine! Si, perché solo alla fine della storia la verità viene svelata. Il finale mi ha lasciata un po’ sconcertata, perché l’ho trovato scontato. Mi sembrava qualcosa di già visto: nell'epifania finale aleggiava l’eco di Alien.

IT è il Male, la personificazione delle nostre paure. Appare in forme diverse e solo i bambini lo possono vedere. Perché? perché sono più suggestionabili? perché da bambini si è più inclini a credere che il magico esiste, che una verità altra esiste? perché sono ancora capaci di sognare?

Ero spaventata dall’idea di leggere IT, pensavo di trovarmi davanti a teste mozzate, sangue, organi spappolati e via dicendo. Intendiamoci, ci sono passaggi di questo tipo, ma l’autore non ne abusa e li inserisce al momento giusto. Quello che più mi ha spaventata, e qui il maestro del brivido esprime tutta la sua bravura, è la paura di tipo psicologico ed è vero quello che dicono gli appassionati di King: IT non si legge, ma lo si vive...non guarderò mai più una grata, un tombino o uno scarico del lavandino allo stesso modo!
King ci dice che il Male c’è, è intorno a noi, ma non si vede e soprattutto può comparire quando meno te lo aspetti, nella quotidianità della vita. Ma ci si può convivere, come altri maestri del brivido ci hanno insegnato (Birds di Hitchock in primis) e addirittura sconfiggere:


[… ] vai senza perdere tempo, allontanati dal ricordo ma non dal desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò che credevamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte. Parti e cerca di continuare a sorridere. Tutto il resto è buio.

1 commento:

marcopergioco ha detto...

Non ho letto il libro nè visto la riduzione televisiva, ma mi son sempre chiesto perchè la paura dei tombini... Fino a quando non ho guardato quello davanti al portone di casa mia!!!

Bentornata, è sempre un piacere leggerti!!