Città di Derry, Maine, 1957. Una
terribile alluvione allaga le strade della città. IT si
risveglia dal letargo.
Mi è stato consigliato da
un’amica, divoratrice di letteratura di livello, altrimenti non mi
sarei mai avvicinata al capolavoro del re del brivido. La storia è
complessa e molto lunga: si snoda attraverso diversi decenni, dal
1957 al 1985 con continui salti temporali. I protagonisti sono sette
adolescenti che da adulti tornano a Derry per sconfiggere IT.
Ho trovato il romanzo molto bello,
accattivante, geniale, scritto benissimo, anche se a volte troppo
prolisso. IT non è solo un horror, è un romanzo di
emozioni, di sentimenti, che parla di valori importanti come
l’amicizia, la solidarietà, la tolleranza e l’amore. E’
un affresco della tipica provincia americana, apparentemente senza
macchia, ma che nasconde nel profondo (letteralmente) qualcosa che
non va. E’ la storia di sette adolescenti (emarginati, Perdenti)
che diventano adulti, con le loro paure, con i loro difetti, con il
loro difficile vissuto. E’ la potenza del romanzo: la storia dei
protagonisti è la storia di ognuno di noi. Perché ci
riporta indietro, all’infanzia, alla paura del buio, alla paura di
crescere, al timore di non essere accettati per quello che si è,
alle marachelle con gli amici, al rapporto con i genitori, ai palpiti
del primo amore. Infanzia che ci dimentichiamo quando cresciamo, ma
che ci segna per sempre e che è parte importante di ciò
che diventiamo.
Dall’inizio del romanzo mi sono
chiesta: chi è, o meglio, che cosa è IT? King è
bravissimo nel creare un alone di mistero e per ben 1300 pagine! Si,
perché solo alla fine della storia la verità viene
svelata. Il finale mi ha lasciata un po’ sconcertata, perché
l’ho trovato scontato. Mi sembrava qualcosa di già visto:
nell'epifania finale aleggiava l’eco di Alien.
IT è il Male, la
personificazione delle nostre paure. Appare in forme diverse e solo i
bambini lo possono vedere. Perché? perché sono più
suggestionabili? perché da bambini si è più
inclini a credere che il magico esiste, che una verità altra
esiste? perché sono ancora capaci di sognare?
Ero spaventata dall’idea di leggere
IT, pensavo di trovarmi davanti a teste mozzate, sangue, organi
spappolati e via dicendo. Intendiamoci, ci sono passaggi di questo
tipo, ma l’autore non ne abusa e li inserisce al momento giusto.
Quello che più mi ha spaventata, e qui il maestro del brivido
esprime tutta la sua bravura, è la paura di tipo psicologico
ed è vero quello che dicono gli appassionati di King: IT non
si legge, ma lo si vive...non guarderò mai più una
grata, un tombino o uno scarico del lavandino allo stesso modo!
King ci dice che il Male c’è,
è intorno a noi, ma non si vede e soprattutto può
comparire quando meno te lo aspetti, nella quotidianità della
vita. Ma ci si può convivere, come altri maestri del brivido
ci hanno insegnato (Birds di Hitchock in primis) e addirittura
sconfiggere:
[…
] vai senza perdere tempo, allontanati dal ricordo ma non dal
desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò
che credevamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi
quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte. Parti e
cerca di continuare a sorridere. Tutto il resto è buio.
1 commento:
Non ho letto il libro nè visto la riduzione televisiva, ma mi son sempre chiesto perchè la paura dei tombini... Fino a quando non ho guardato quello davanti al portone di casa mia!!!
Bentornata, è sempre un piacere leggerti!!
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