venerdì 20 giugno 2008

Harry Potter e l'Ordine della Fenice di J.K. Rowling

"Harry Potter e l'Ordine della Fenice"di J.K. Rowling, Salani Editore. Titolo in originale Harry Potter and the Order of the Phoenix
Cominciamo col dire due parole sulla trama, per fare il punto della situazione. Lord Voldemort è tornato ed è in pieno possesso dei suoi poteri (adesso ha riacquistato anche il suo corpo, mentre prima era solo un' essenza, un fantasma che si nascondeva nei corpi altrui). Harry Potter lo ritroviamo al quinto anno di Hogwarts, a 15 anni, in piena crisi adolescenziale. Lo accompagnano spesso rabbia e ansia di ribellione, tipiche dell'età. La sua preoccupazione maggiore è il ritorno dell'Oscuro Signore. Riuscirà a fronteggiarlo ancora una volta e a sconfiggerlo? Niente paura: ad aiutarlo ea proteggerlo c'è l'Ordine della Fenice, un gruppo di valenti maghi, capitanati da Silente.
Il romanzo mi ha appassionato molto. Non sono d'accordo con chi sostiene che sia noioso, poco fantasioso o poco avventuroso. E'soltanto diverso dagli altri. Ma è giusto e azzeccato da parte dell'autrice: Harry Potter è una saga, che si evolve con l'evolversi del personaggio. Sono passati 5 anni dall'ingresso ad Hogwarts del protagonista, che ormai non è più un bambino.
Ho trovato questo libro più introspettivo dei precedenti; i personaggi sono approfonditi psicologicamente, quindi più completi; si scopre molto di più sul loro passato e si chiariscono i perché di tanti comportamenti e situazioni. I personaggi non sono più bianchi o neri, solo buoni o solo cattivi: cominciano ad affiorare "sfumature di grigio".
Harry non è più solo il bambino maltrattato che riconoscevamo all'inizio della sua storia. Adesso è un adolescente che piano piano prende coscienza di sé e del mondo che lo circonda, con tutta la sua complessità. Quindi anche lo stile del libro, per ritornare alle considerazioni iniziali, deve, a mio avviso, modificarsi di pari passo.
La Rowling dà voce, quindi, al complesso mondo degli adolescenti, anche per permettere loro di identificarsi meglio con il protagonista.
Interessante è la creazione del personaggio della professoressa Humbridge. Come ogni anno alla scuola c'è un nuovo professore per la Difesa Contro le Arti Oscure e quest'anno compare questo buffo, ma perfido personaggio che fa parte del Ministero della Magia e che assume di punto in bianco, circa a metà della storia, la carica di Inquisitore Supremo di Hogwarts, che si arroga il diritto di decidere cosa è bene e cosa è male, che controlla l'operato degli insegnanti e che ha la facoltà di licenziarli. E' l'incarnazione, insomma, della stupidità di chi detiene il potere per combattere il talento, la fantasia e la diversità. Ovviamente di personaggi del genere ne è piena la storia di ieri e di oggi, ma è stato divertente vederlo "applicato" nel mondo magico della Rowling.
Una breve considerazione sullo stile della scrittrice. Secondo me questo libro, ma anche il precedente ("Harry Potter e il calice di fuoco"), a dire la verità, mi sembrano scritti con uno stile che definirei cinematografico. Mi spiego: sembra che la Rowling scriva sapendo di stare scrivendo soprattutto per il cinema. Personaggi e situazioni sembrano pensati in funzione della trasposizione cinematografica.
Non vi dico niente sul finale, ma vi anticipo che il combattimento delle ultime pagine è molto coinvolgente e si legge tutto d'un fiato.
Comunque il libro è bellissimo. Devo dirlo, a costo di sembrare sentimentale e un po' retorica, finirlo è stato come lasciare un luogo caro, come tornare al numero 4 di Privet Drive!!

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