mercoledì 21 aprile 2010

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jane Austen

Pride and Prejudice, scritto tra il 1796 e il 1797 e pubblicato nel 1813, è il più celebre romanzo della scrittrice inglese Jane Austen. L’ incipit è tra i più citati della letteratura inglese: It is a truth universally acknowledged, that a single man in possession of a good fortune, must be in want of a wife ("È una verità universalmente riconosciuta che un uomo scapolo in possesso di una vasta fortuna debba essere alla ricerca di una moglie").
E’ la storia della famiglia Bennet, composta da Mr e Mrs Bennet e dalle loro cinque figlie: Jane, Elizabeth, Mary, Kitty e Lydia. Quando un ricco scapolo, Mr Bingley, si trasferisce a Netherfield, una tenuta in affitto nelle vicinanze, mamma Bennet vede subito nel suo nuovo vicino un possibile marito per una delle sue ragazze e fa di tutto per farlo incontrare con le figlie. La narrazione si concentra sugli amori tormentati di Jane per Mr. Bingley, titubante perché la ragazza è di rango inferiore e di Mr. Darcy per Elisabeth, che respinge l’innamorato per orgoglio e pregiudizio.
Il romanzo è scritto molto bene, ti prende sin dalle prime pagine e si legge tutto d’un fiato: scorrevole, arguto, divertente e, soprattutto, modernissimo. Jane Austen non si limita ad approfondire solo i personaggi principali, ma descrive tutta la società, criticandola con pungente ironia. Lady De Bourgh e Mr. Collins, rappresentanti della media e dell'alta borghesia, sono messi in ridicolo e suscitano solo comicità.
Elisabeth Bennet è una eroina moderna, che non accetta né un matrimonio di convenienza, né un’unione senza amore. "Orgoglio e pregiudizio" è uno dei maggiori romanzi dell’Ottocento, è considerato il capolavoro tra le opere di Jane Austen, è uno delle prime grandi narrazioni “impersonali” cioè scritte in terza persona senza la presenza incalzante e giudicante dell’autore, un ottimo esempio di Bildungsroman, il romanzo di formazione.
La Austen che ha vissuto e scritto a cavallo tra Sette e Ottocento, è considerata una delle prime voci ad alzarsi sulla condizione della donna e sulle difficoltà che incontra una personalità femminile intellettualmente e mentalmente libera e indipendente ad essere accettata. E’ una delle prime donne a denunciare il fatto che la cultura fosse appannaggio solo maschile e che il matrimonio fosse l’unica via riservata alle donne per conquistare rispetto e autonomia. Il romanzo scardina tutti i dettami del perbenismo e delle convenzioni sociali dell’epoca. L’orgoglio, il pregiudizio, l’apparenza, la prima impressione, sono superati attraverso il dialogo e il chiarimento, secondo i dettami dell’illuminismo, che faceva appello ai "lumi" della ragione dell'uomo come strumento di lotta all’ignoranza e alla superstizione dei secoli precedenti.

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