Con Trump eletto presidente degli USA, pensavo che non ci fosse cosa più assurda. Ma la vita non fa che sorprenderti...ed ecco che un volgare bestemmiatore si erge a paladino della buona educazione e pretende di insegnarla.
Beckett non avrebbe saputo fare di meglio...
venerdì 11 novembre 2016
venerdì 7 marzo 2014
OROSCOPO
"Non è figo essere fighi. È figo ardere di passione per la vita. E voi state andando in fiamme. State bruciando più del solito”.
Rob Brezsny
Rob Brezsny
martedì 18 febbraio 2014
ANTONIO E CLEOPATRA
il sole e la luna, che nel loro corso illuminavano
la minuscola ‘o’, che è questa terra.
Le sue gambe stavano a cavalcioni sull'oceano,
il suo braccio sollevato era la cresta del mondo,
la sua voce quando parlava agli amici s’intonava con l’armonia delle sfere celesti,
ma quando voleva scuotere e sconquassare il mondo,era come il boato di un tuono.
Per la sua bontà, non c'era mai inverno,
era un autunno che fruttava quanto più veniva
vendemmiato,
i suoi godimenti erano come i delfini,
quando mostrano il dorso sul pelo dell’acqua,
della sua livrea erano vestite teste coronate;
reami e isole erano come monetine scivolategli dalle tasche.
quando mostrano il dorso sul pelo dell’acqua,
della sua livrea erano vestite teste coronate;
reami e isole erano come monetine scivolategli dalle tasche.
Pensate voi che sia mai esistito o che possa esistere
un uomo come questo che ho sognato?
domenica 3 novembre 2013
ANNA KARÉNINA di Lev Tolstòj
Anna Karénina
è la storia della passione di una donna che lascia tutto e
tutti per fuggire con l'amante, ma non trovando la serenità
nella sua nuova condizione, si suicida.
Naturalmente il romanzo non è
solo questo. Attorno al nucleo centrale si sviluppano le vicende di
altri personaggi, prima fra tutte la felice storia d'amore tra Kitty
e Lévin (alter ego dello scrittore), il rovescio della
medaglia della storia tra Anna e Vrónskij. La storia tra Lévin
e Kitty è l'amore come dovrebbe essere per Tolstòj:
passionale e tenero, vissuto con spirito di sacrificio e rispetto
reciproco.
Mi sono chiesta più volte cosa
provavo per il personaggio della Karénina. Se all'inzio mi
suscitava un po' di antipatia, nel corso della lettura ho capito
meglio questa donna dolce, bella, intelligente e appassionata e mi
sono ritrovata totalmente dalla sua parte, soprattutto nel suo
momento di maggiore sconforto, quando Tolstòj distrugge la sua
creatura. Anna è una donna coraggiosa e fragile allo stesso
tempo. Vrónskij le ha dato uno scossone e la forza di capire
in quale condizione si era rassegnata a vivere per convenzione
sociale. L'amore improvviso per l'ufficiale ha svegliato Anna dal
letargo di una vita che fino a quel momento aveva subito. E invece di
continuare a piegarsi ipocritamente ad una esistenza banale, mediocre
e falsa (avrebbe potuto tenersi l'amante clandestino e salvare le
apparenze), decide di venire allo scoperto e di andare incontro con
coraggio alle conseguenze.
Anna si suicida per vendetta, per
ferire l'amante un po' superficiale e stupido, annoiato in apparenza
dalla vita con lei. E Tolstòj la condanna, la offre in
sacrificio sulle rotaie del treno perché lei non ha capito che
l'amore per Vrónskij era solo un flirt, un amore carnale, che
non può essere altro che egoistico e distruttivo. Anna è
condannata dallo scrittore fin dall'inizio della sua storia: il loro
primo incontro è significativo: sono su un treno bloccato da
una tempesta di neve e il cuore di Anna viene travolto dalla
dichiarazione d'amore dell'ufficiale che le dice quello che lei vuole
sentire, quello che desidera: “Lo sapete che viaggio per essere
lì dove siete voi, non posso fare altrimenti”. Ma il
lettore non la condanna: Anna non ha fatto altro che amare
apertamente e con coraggio, ha avuto la forza di vivere libera. La
condanna la meriterebbe semmai quella società ipocrita e
bigotta alla quale lei si è ribellata, che le ha voltato le
spalle e ostracizzata a vita perché non le ha perdonato la sua
sincerità.
Il romanzo mi ha lasciato un po' di
amarezza. Lévin e Anna hanno lo stesso turbamento e lo stesso
sconforto nei confronti della vita; cercano entrambi con tormento uno
scopo, un senso da dare alla loro esistenza e pensano entrambi al
suicidio. Ma Lévin, l'uomo, esce vincente, Anna, la donna,
soccombe. Lévin vive un'esistenza serena e felice, Anna sconta
tutto e muore nell'oblio e nell'indifferenza. Tolstòj mette le
parole fine e per sempre dopo la sua morte e così è. La
morte di Anna non suscita nessuna reazione, nessun contraccolpo;
nelle pagine finali del romanzo non viene più menzionata, non
rivive più neanche un momento nel ricordo di chi un tempo le
aveva voluto bene.
sabato 2 novembre 2013
IT di Stephen King
Città di Derry, Maine, 1957. Una
terribile alluvione allaga le strade della città. IT si
risveglia dal letargo.
Mi è stato consigliato da
un’amica, divoratrice di letteratura di livello, altrimenti non mi
sarei mai avvicinata al capolavoro del re del brivido. La storia è
complessa e molto lunga: si snoda attraverso diversi decenni, dal
1957 al 1985 con continui salti temporali. I protagonisti sono sette
adolescenti che da adulti tornano a Derry per sconfiggere IT.
Ho trovato il romanzo molto bello,
accattivante, geniale, scritto benissimo, anche se a volte troppo
prolisso. IT non è solo un horror, è un romanzo di
emozioni, di sentimenti, che parla di valori importanti come
l’amicizia, la solidarietà, la tolleranza e l’amore. E’
un affresco della tipica provincia americana, apparentemente senza
macchia, ma che nasconde nel profondo (letteralmente) qualcosa che
non va. E’ la storia di sette adolescenti (emarginati, Perdenti)
che diventano adulti, con le loro paure, con i loro difetti, con il
loro difficile vissuto. E’ la potenza del romanzo: la storia dei
protagonisti è la storia di ognuno di noi. Perché ci
riporta indietro, all’infanzia, alla paura del buio, alla paura di
crescere, al timore di non essere accettati per quello che si è,
alle marachelle con gli amici, al rapporto con i genitori, ai palpiti
del primo amore. Infanzia che ci dimentichiamo quando cresciamo, ma
che ci segna per sempre e che è parte importante di ciò
che diventiamo.
Dall’inizio del romanzo mi sono
chiesta: chi è, o meglio, che cosa è IT? King è
bravissimo nel creare un alone di mistero e per ben 1300 pagine! Si,
perché solo alla fine della storia la verità viene
svelata. Il finale mi ha lasciata un po’ sconcertata, perché
l’ho trovato scontato. Mi sembrava qualcosa di già visto:
nell'epifania finale aleggiava l’eco di Alien.
IT è il Male, la
personificazione delle nostre paure. Appare in forme diverse e solo i
bambini lo possono vedere. Perché? perché sono più
suggestionabili? perché da bambini si è più
inclini a credere che il magico esiste, che una verità altra
esiste? perché sono ancora capaci di sognare?
Ero spaventata dall’idea di leggere
IT, pensavo di trovarmi davanti a teste mozzate, sangue, organi
spappolati e via dicendo. Intendiamoci, ci sono passaggi di questo
tipo, ma l’autore non ne abusa e li inserisce al momento giusto.
Quello che più mi ha spaventata, e qui il maestro del brivido
esprime tutta la sua bravura, è la paura di tipo psicologico
ed è vero quello che dicono gli appassionati di King: IT non
si legge, ma lo si vive...non guarderò mai più una
grata, un tombino o uno scarico del lavandino allo stesso modo!
King ci dice che il Male c’è,
è intorno a noi, ma non si vede e soprattutto può
comparire quando meno te lo aspetti, nella quotidianità della
vita. Ma ci si può convivere, come altri maestri del brivido
ci hanno insegnato (Birds di Hitchock in primis) e addirittura
sconfiggere:
[…
] vai senza perdere tempo, allontanati dal ricordo ma non dal
desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò
che credevamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi
quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte. Parti e
cerca di continuare a sorridere. Tutto il resto è buio.
lunedì 9 settembre 2013
SAN BENEDETTATAAAAAA
venerdì 8 febbraio 2013
...ANCORA HELSINKI
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