Quando Pablo Canavosio è schizzato in meta, buttandosi oltre i pali e schiacciando l’ovale, tutto lo stadio è esploso in un boato di gioia. E’ una sensazione indescrivibile vivere una meta dal vivo: quando intuisci che sta per succedere qualcosa, senti nell’aria la tensione dei tifosi, un’onda che pian piano si alza e comincia ad incitare e, in un attimo, accade tutto, e ti ritrovi ad esultare.
E’ stata una vera lotta: gli scozzesi hanno tentato il tutto per tutto, fino all’ultimo.
Mauro poteva chiudere l’incontro, ma i crampi gli hanno fatto svirgolare la palla, che è rimasta in gioco per un’altra manciata di interminabili minuti. Quando, finalmente, l’arbitro ha fischiato la fine della partita, i sorrisi sui volti dei giocatori si sprecavano, la loro felicità era palpabile, si abbracciavano, applaudivano, esultavano, l’allenatore piangeva. Vincendo 16 a 12, il cucchiaio di legno lo abbiamo consegnato alla Scozia.
Devo dire che mai come in questa partita, il Flaminio si è fatto sentire e la vittoria è anche un po’ nostra. Io mi sono sentita proprio orgogliosa, fiera e felice di aver preso parte ad uno spettacolo così bello, di essere stata una delle quarantamila voci che hanno incitato a squarciagola i nostri eroi.
Domenica ci aspetta la Francia, che rischia di vincere il torneo. La vedrò in un pub milanese con gli amici. Sono curiosa di fare q
Nessun commento:
Posta un commento