mercoledì 6 maggio 2009

IL CIMITERO DEGLI INGLESI

This grave / contains all that was Mortal / of a / YOUNG ENGLISH POET/ who / on his Death Bed / in the Bitterness of his Heart / at the Malicious Power of his Enemies, / desired / these Words to be engraven /on his Tombstone / “Here lies One / Whose Name was writ in water”/ 24 Feb 1821
(Questa tomba racchiude i resti mortali di un giovane poeta inglese che sul suo letto di morte nell’amarezza del suo cuore per il malevolo potere dei suoi nemici chiese che queste parole fossero incise sulla sua pietra tombale: “Qui giace colui il cui nome fu scritto sull’acqua”)
Risponde un’altra scritta su una lastra poco lontana: “Keats! Se il tuo caro nome fu scritto sull’acqua, ogni goccia è caduta dal volto di chi ti piange”
Così ti accoglie il Protestant Cemetery nel quartiere del Testaccio, vicino a Porta San Paolo a Roma. Uno dei luoghi più romantici della città. Un cimitero? Sì, proprio un cimitero, dove hanno trovato degna sepoltura tutti coloro che in vita sono stati di fede protestante, cristiani, ma non cattolici, stranieri in terra straniera. Non ha nulla del cimitero, l’atmosfera è serena, per niente triste, sembra uno dei tanti giardini delle magioni inglesi. Vicino alla piramide di Caio Cestio ci sono anche alcuni gatti che, accoccolati, prendono pigramente il sole. Se avessi avuto un libro con me, mi sarei fermata a leggere su una delle tante panchine del giardino, all’ombra di una pino marittimo, circondata solo dal cinguettio degli uccellini e dal vocio sommesso dei visitatori. Camminando tra i viali di cipressi centenari, mirti, allori, rose selvatiche e camelie, ci si imbatte in molte tombe di uomini famosi. Sono tutte diverse una dall’altra e sembrano volere fare a gara per la lapide più bella o per l’epitaffio più commovente. Oltre al già citato John Keats, troviamo Percy Bysshe Shelley, poeta, William Story, scultore, Jude Deveraux, scrittore.
La tomba che mi ha colpito di più è quella di Antonio Gramsci. E’ meravigliosa la sua semplicità ed eleganza. Una semplice urna contiene le ceneri del padre del comunismo italiano. Ma che ci fa un italiano in mezzo a tanti stranieri? Come recita Pier Paolo Pasolini ne “Le ceneri di Gramsci”: « Uno straccetto rosso, come quello/ arrotolato al collo ai partigiani/ e, presso l'urna, sul terreno cereo,/ diversamente rossi, due gerani./ Lì tu stai, bandito e con dura eleganza/ non cattolica, elencato tra estranei/ morti: Le ceneri di Gramsci... ». Straniero in patria.
Sarebbe il teatro ideale per appuntamento galante…al cimitero? Si, un primo appuntamento al cimitero acattolico di Roma, perché questi sepolcri e la pace del luogo sembrano sussurrare: “Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”.

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