
Di solito non mi interessa commentare le comparsate dei Berga in tv, ma questa volta mi tocca, dato il pessimo risultato ottenuto. Parlo di pessimo risultato perché il rugby ne è uscito malissimo, con questi risultati:
1. il rugby è uno sport violento
2. i rugbisti sono degli assatanati di sesso e aggressivi (e anche un po’ stupidi)
3. vengono alle luci della ribalta solo perché si spogliano.
Il tutto senza che i due bei rugbisti battessero ciglio.
Ora, la questione è: perché vanno a questi tipi di trasmissioni? Per fare un servizio al loro sport e farlo conoscere alle masse? O per promuovere la loro immagine, visto che (si sa) i rugbisti non guadagnano un granché e visto che quando smetteranno di giocare (manca poco, vanno in pensione a 32/34 anni) gli addominali cominceranno a calare e non se li filerà più nessuno?
Ma non lo sanno che ci sono altri modi per pubblicizzare sé stessi e il loro sport in maniera molto più pulita e intelligente? Forse il loro ufficio stampa dovrebbe dirglielo, sempre se ne è a conoscenza…d’altronde cosa ci si può aspettare da una professionista che nella sezione foto del sito dei fratelli Berga, ci mette la sua faccia con questo o quel vip…
Perché non si parla mai del fair play dei tifosi? Perché non si dice che i primi a prestare soccorso dopo il terremoto in Abruzzo sono stati proprio i rugbisti dell’Aquila Rugby che hanno salvato la vita di diverse persone? Perché non si dice che molti giocatori sostengono associazioni di beneficienza? Perché non si dice che i rugbisti, proprio perché i guadagni sono pochi, studiano tutti e chi più, chi meno, diventano dei seri professionisti in diversi campi? E poi, perché non parlano mai delle regole, degli aneddoti, dei valori che fondano questo sport?
Tutti gli aspetti positivi sono sempre passati sotto silenzio. Perché? Ma perché non fanno audience! E allora, meglio parlare di addominali, glutei sodi, sesso, omosessualità, donne, infangando l’immagine di uno sport bello, nobile, di condivisione e unione come è il rugby. Ma, soprattutto, cercando di paragonarlo sempre al calcio, non con l’intento di tracciare una netta linea di demarcazione, sottolineando che i due sport non c’entrano niente l’uno con l’altro, e che, semmai è il calcio che deve imparare qualcosa dal rugby, ma volendo a tutti i costi omologare il rugby ad uno sport violento, fuori e dentro il campo di gioco. Tanto per la cronaca: il titolo del Corriere di oggi commentava così la partita Barcellona – Manchester United di ieri sera: Il bilancio all'Olimpico di Roma: 19 arresti, 18 denunciati e due accoltellati, un inglese e un americano.
Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.